Revocare l’amministratore di condominio: come fare e cosa comporta

Revocare l’amministratore di condominio: come fare e cosa comporta

5 Febbraio 2025 0 Di redazione

Attualità – L’amministratore di condominio è una figura professionale essenziale nella gestione di un edificio condominiale. Ha diverse responsabilità e si prende cura delle numerose necessità di un condominio, come la manutenzione degli impianti, la convocazione delle assemblee e la supervisione di eventuali interventi. In contesti cittadini, come quelli di Roma, gestire un condominio non è solo un compito molto delicato, ma richiede capacità di mediazione e comunicazione elevate perché ci si potrebbe occupare di contesti con molte famiglie e deve dunque essere pronto ad ascoltare ogni inquilino e provare a risolvere eventuali problemi tenendo fede al regolamento e mediando tra le posizioni.
Quando però la sua operatività si discosta in maniera significativa dagli standard attesi dai condomini, potrebbe rendersi necessario richiedere la sua revoca. Questo processo, a Roma come in altre città, è regolato da specifiche norme e può innescare una serie di dinamiche complesse, che possono avere ricadute sia positive sia negative per la comunità condominiale. Ecco come fare per la revoca dell’amministratore di condominio e cosa comporta.

Come si arriva alla revoca di un amministratore

La decisione di revocare un amministratore scaturisce, generalmente, da una profonda insoddisfazione nei confronti della sua gestione, che può manifestarsi in svariati modi: dalla mancata esecuzione di lavori di manutenzione, al ritardo nella presentazione dei rendiconti condominiali, fino a comportamenti che ledono la trasparenza o la correttezza nella gestione delle risorse comuni. Il riferimento normativo che stabilisce quali sono i compiti dell’amministratore di condominio è l’articolo 1131 del codice civile. Se le responsabilità riportate non vengono rispettate si può chiedere la revoca. La soluzione più comune per procedere alla revoca di un amministratore di condominio è quella assembleare, ossia mediante delibera approvata dalla maggioranza dei condomini riuniti in assemblea. Una volta presa la decisione, si comunica all’interessato e si procede con la fine del mandato. Se non si dovesse raggiungere un accordo in assemblea, si può ricorrere alla via giudiziaria. In questo caso, uno o più condomini possono rivolgersi al tribunale, motivando la richiesta di revoca con ragioni precise e circostanziate.

Cosa comporta la revoca dell’amministratore
La revoca di un amministratore, pur essendo uno strumento a disposizione dei condomini per tutelare i propri interessi, comporta una serie di conseguenze che è importante tenere in considerazione. Si tratta innanzitutto di un procedimento che può rivelarsi lungo e complesso, soprattutto se si decide di percorrere la via giudiziaria. Può inoltre generare tensioni all’interno del condominio e compromettere, almeno temporaneamente, la serenità della convivenza. Un’altra conseguenza rilevante è l’impatto sui costi del condominio. Le procedure legali, se necessarie, comportano spese aggiuntive per il condominio, che si vanno a sommare a quelle già sostenute per la gestione ordinaria delle varie attività. Si potrebbero inoltre avere dei ritardi con i pagamenti e la gestione dei fornitori, come ad esempio la ditta di manutenzione ascensori a Roma, che potrebbe anche avere delle ripercussioni sulla sicurezza e sull’essere in regola con quanto disposto dalla legge, o i manutentori di altri impianti. Bisogna ricordare infine che la ricerca e la nomina di un nuovo amministratore potrebbero richiedere tempo e ulteriori risorse economiche.