Sant’Ambrogio sul Garigliano e Vallecorsa campioni tra i comuni “Rifiuti free”

Sant’Ambrogio sul Garigliano e Vallecorsa campioni tra i comuni “Rifiuti free”

11 Dicembre 2025 0 Di redazione

Nel Lazio la raccolta differenziata è arrivata al 56,2 per cento, con Roma che cresce di un punto percentuale, arrivando al 48 per cento. E’ quanto emerge dal rapporto sulla gestione dei rifiuti 2025 di Legambiente, basato su dati Arpa Lazio relativi al 2024, presentato nell’ambito del decimo Ecoforum regionale dell’associazione che si è svolto a Roma, nell’area della rigenerazione urbana di Industrie Fluviali. Nell’occasione sono stati presentati i dati del rapporto regionale sulla gestione dei rifiuti e sono stati conferiti gli attestati ai Comuni più virtuosi, alla presenza di istituzioni, aziende, mondo della ricerca e amministrazioni. Presente tra gli altri l’assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio, Fabrizio Ghera. Il Lazio è arrivato al 56,2 per cento di raccolta differenziata, salendo di un punto percentuale rispetto all’anno precedente (era al 55,2 per cento) in linea con le annate immediatamente precedenti, aumentati da 209 a 217 anche i Comuni che hanno superato la soglia del 65 per cento di raccolta differenziata (limite che i comuni avevano l’obbligo di raggiungere entro il 2012). Ma diminuiscono quelli che Legambiente premia come Comuni “rifiuti free”, dove si producono meno di 75 kg di secco residuo pro capite, quest’anno 30, nell’edizione passata erano 33, il podio dei migliori: primo Sant’Ambrogio sul Garigliano (Frosinone) con 40 kg/ab/anno di secco residuo, secondo Vallecorsa (Frosinone) con 44, terzo Vetralla (Viterbo) con 51.

Tra le province la miglior performance arriva da quella di Viterbo che si attesta complessivamente al 67,3 per cento di raccolta differenziata , seguita da Latina al 64,3, Frosinone al 63,5 e Rieti 58,7 per cento. Chiude la Città Metropolitana di Roma con il 54 per cento di raccolta differenziata dove il dato comunque basso a causa di quello romano, risente positivamente di una ripresa della crescita della raccolta nella Capitale. A Roma infatti per la prima volta negli ultimi 10 anni la percentuale di raccolta differenziata, rimasta paralizzata, sale per più di un punto percentuale da un anno all’altro arrivando al 48 per cento (dal 46,6 per cento). Con l’Ecoforum “torniamo a ringraziare quelle amministrazioni e cittadini che, nella raccolta dei rifiuti e dell’economia circolare, continuano a fare tanto bene – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. C’è una crescita, seppur leggera, della percentuale di raccolta differenziata del Lazio e del numero dei comuni oltre il 65% di RD, ma vediamo anche una lieve flessione dei Comuni Rifiuti Free. Al contrario, a Roma, oltre un punto percentuale di crescita in un anno, è un gran segnale di ripresa che va consolidato e accelerato per generare una vera svolta nel sistema regionale dell’economia circolare. Un sistema fatto di diversi luoghi virtuosi ma anche di una realtà impiantistica molto lontana dalla necessità regionale di generare dai rifiuti la risorsa, in chiave di economia circolare. Alla Regione e ai maggiori comuni chiediamo un impegno ancora più assiduo sulla diffusione degli impianti dell’economia circolare a partire dai biodigestori per l’organico, come quelli che stiamo vedendo nascere proprio nella Capitale”.

Il Lazio rimane però con la sua percentuale complessiva, ben al di sotto della media nazionale (che già nel 2023 si attestava a oltre il 66 per cento) e la regione continua a risultare tra le ultime in Italia. “Il Lazio deve fare il salto di qualità per allinearsi alle medie nazionali e vincere le nuove sfide che arrivano dall’Europa – commenta Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente -, può farlo se il balzo in avanti sull’economia circolare Roma lo farà davvero e se sui territori si diffonderanno al meglio gli impianti ovunque, per generare materia prima seconda, trasformando i rifiuti in ricchezza, con tutte le filiere, come quelle dei Raee, del tessile, dei prodotti assorbenti per le persone, delle terre di spazzamento o dell’organico. Abbattere il deficit impiantistico continua a risultare prioritario, perché l’insieme delle politiche virtuose, seppur consolidate in molte città e che oggi incontriamo, non è ancora sufficiente a trasformare questa regione in una di quelle maggiormente virtuose”, conclude.