Commercio in crisi, Ucci: “La città non è stata lungimirante”

9 Gennaio 2010 0 Di redazione

Una situazione non certo rosea, quella del commercio lancianese, descritta dal presidente di Confesercenti Lanciano Claudio Ucci. Una crisi descritta quasi come fosse strutturale che trova responsabilità nelle varie amministrazioni succedute, ma anche negli operatori incapaci di saper conservare e valoriozzare la predisposizione naturale che da sempre, la città frentana, ha per il commercio. “I centri commerciali (ben due distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro ed entrambi non molto distanti dal centro) – dichiara Ucci – hanno dato un duro colpo alla stabilità dei dettaglianti. La loro realizzazione ha spostato il baricentro del dell’attività commerciale dal centro città concentrandole in quelle due strutture. I negozianti si sono difesi consorziandosi in varie iniziative ma il colpo è duro da incassare.
A monte però va anche detto che ci sono grandi responsabilità delle varie amministrazioni cittadine che si sono susseguite. A tutti – accusa Ucci – è mancata la lungimiranza e l’intraprendenza di porre in essere iniziative che potessero far conservare a Lanciano un ruolo che ha sempre avuto ma che ormai sta perdendo, quello di città di riferimento della Val di Sango. Nel corso degli anni il traffico è aumentato e la città non è stata adeguata strutturalmente ai cambiamenti”. In tal senso il presidente di Confesercenti ha le idee chiare: “Mancano i parcheggi e quasto è vantaggio ai centri commerciali che ne hanno in abbondanza, ma soprattutto la viabilità; le vie di accesso non sono state adeguate e arrivare a Lanciano, oggi, dai centri più piccoli della valle riserva grossi problemi. Un aspetto, questo, che isola la nostra città dal resto della valle. Questo città – continua Ucci – avrebbe dovuto far da calamita per i centri più piccoli del comprensorio ma, alla fine, è accaduto che per “distrazione gestionale”, non ha saputo sfruttare il vantaggio di essere quello più grande e che gli avrebbe permesso di primeggiare. Non c’è stato un lavoro che potesse dare alla città frentana benefici in prospettiva. Nessuno si è mai impegnato abbastanza per far localizzare qui una facoltà universitaria che potesse portare studenti e, comunque, un indotto. Eppure le strutture non mancano basti pensare all’ex Liceo, una struttura bellissima ma che ospita di tanto in tanto solo qualche mostra. Perché non è stata offerta all’università de L’Aquila, anche temporaneamente, in attesa che si risistemassero le strutture danneggiate dal terremoto? Sì, abbiamo un’isola pedonale che, però, non è null’altro che una strada chiusa. Nulla è stato fatto per renderla accogliente magari facendo tutto su un piano eliminando i marciapiedi rimando quindi un ibrido tra strada e area pedonale”. Inoltre le attrattive della città sono, sempre secondo il presidente di Confesercenti, affidate alla gestione del caso. “Abbiamo in pieno centro una attrattiva religiosa, il Miracolo Eucaristico, che porta turisti da ogni parte del mondo. Risorsa che in altre realtà offrono decine di posti di lavoro e creano indotti economici, qui a Lanciano, è affidato completamente al caso”.
Ucci non punta il dito solo contro le amministrazioni ma anche contro la cultura commerciale che a Lanciano è andata via via cambiando: “L’alta qualità del commercio lancianese si è andata perdendo con il tempo – sostiene il presidente di Confesercenti – I commercianti hanno perso di iniziativa e si sono appiattiti nel confrontarsi o con i mercati rionali o con i centri commerciali del posto invece di confrontarsi con mercati più alti come quelli di Chieti o Pescara”. Ci sarebbe stato quindi, secondo Ucci, un livellamento verso il basso. Ma non solo. “I commercianti storici della città ancora in atttività sono veramente pochi. A Lanciano sono arrivati tanti forestieri. Che ben vengano tutti ma è necessario un controllo su chi arriva. Non abbassare mai la guardia altrimenti il rischio che si corre è di inquinare il tessuto socio economico dell’intera comunità“.
Ermanno Amedei