“Così sventai l’attentato al Vaticano”. Mary Pace, lo 007 di Sgurgola scrive al Papa e a Napolitano

9 Ottobre 2014 0 Di redazione

E’ già nota, non solo per la sua attività da scrittrice, ma anche per quella da agente segreto dei servizi Italiani che avrebbe fornito alla Cia nel 2010, ma ancor prima al Viminale, nel 2003, le indicazioni per individuare il covo di Bin Laden (Leggi qui La scrittrice Mary Pace di Sgurgola (Fr) chiede ad Obama la taglia di ) (ed anche qui Chiede alla Cia la taglia sulla testa di Bin Laden, Mary Pace colta da ) . Aspettando che si esprima il tribunale di Roma a cui ha fatto appello per ottenere la taglia di 25 milioni di dollari promessa dagli Stati Uniti per chi avesse fornito informazioni sullo ‘sceicco nero’, lo 007 di Sgurgola scrive a Papa Francesco svelando una vicenda, evidentemente, nota a pochi. Nella lettera Mary Pace ripercorrendo la sua vita professionale da 007  elencando i principali casi in cui è rimasta coinvolta, ricordando anche la circostanza di un presunto attentato che aveva come obiettivo il Vaticano sventato grazie ad una sua segnalazione ai Servizi. Lei sostine di conservare ancora oggi amicizie con agenti segreti anche di paesi stranieri. “In seguito soltanto ad una opportuna informativa da me inoltrata tempestivamente – scrive Pace – è stato possibile sventare un vile attentato, con cui era stato programmato, per il mese di dicembre 2003, di sganciare dai cieli della Città del Vaticano una bomba radioattiva, che avrebbe prodotto effetti certamente funesti. Grazie ai frutti della mia attività di intelligence venni a conoscenza del fatto che alcuni terroristi, a bordo di un aereo, avevano pianificato di avvicinarsi all’aeroporto di Ciampino. Giunto in prossimità della pista, il pilota si sarebbe dovuto solo accingere ad iniziare la relativa manovra di atterraggio, senza tuttavia portarla a termine, in quanto avrebbe dovuto, in verità, come da programma, effettuare una decisa virata e portarsi sopra il Vaticano. Dal cielo della Santa Sede, avrebbe pertanto attivato tale bomba radioattiva. Vi lascio solo immaginare, Vostra Santità, quale atroce strage avrebbe potuto cagionare un simile attentato, nell’eventualità in cui fosse stato consumato”. Una versione difficile da verificare ma lei sostiene anche che: “Tra le varie misure di precauzione adottate, fu chiusa anche Via della Conciliazione in Roma”. Sappiamo che nessuna bomba è caduta sul Vaticano dopo la seconda guerra Mondiale, ma non sappiamo se ciò è stato impedito dalla segnalazione di Mary Pace. Impossibile anche avere informazioni su eventuali tentativi di attentati sventati perché certamente sarebbero informazioni mantenute segrete. Lei, però, ne è convinta, tanto da chiedere al Pontefice, un riconoscimento, non certo economico ma “…una onorificenza. – Scrive Pace a Papa Francesco – Mi piacerebbe, infatti, poter lasciare ai miei cari, nonché ai posteri, una prova tangibile del mio passaggio su questa Terra”. Al momento, né a questa lettera inviata al Vaticano, tantomeno a quella inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al quale sono state illustrate le stesse vicende e avanzate le stesse cordiali richieste, è stato dato seguito.

Ermanno Amedei