Decapitato Miglio 48 della Borbonica e Consolare Strada Regia Napoli Sora

Decapitato Miglio 48 della Borbonica e Consolare Strada Regia Napoli Sora

6 Dicembre 2018 0 Di Felice Pensabene

CASSINO – Un bene culturale è e resta una traccia che sancisce il tempo passato. Spesso un bene culturale viene elevato a simbolo di una indefinita età dell’oro, di un tempo sospeso tra il presente avvilente ed un futuro non più anelato ma spesso nascosto tra le linee di una onirica apnea. La visione spesso distopica del futuro è causata da quanto viene ogni giorno prodotto e soprattutto dalle azioni superficiali che ognuno di noi compie in virtù di un quotidiano quanto necessario correre senza mai fermarsi. Di ciò, e di altro ancora, diviene oggi simbolo il decapitato Miglio 48 della Borbonica e Consolare Strada Regia Napoli Sora. Chi ha ispezionato quel monco e non più monolite in calcare ha potuto constatare che una striscia gialla di vernice industriale decora (mi si passi l’eufemismo) la parte alta del del cippo ora a terra. Parrebbe frutto di un contatto tanto efficace quanto evitabile. Qualcuno, e non qualcosa, ha cagionato ciò. Qualcuno, perso nella veloce e fugace consapevolezza ed autodeterminazione del proprio io, ha di fatto portato il Cippo 48 alla rottura ed al crollo. Quel qualcuno, ormai distratto e distante dal senso civico e di comune appartenenza al nostro patrimonio culto (heritage direbbero gli anglosassoni), ha in modo infantile e furbesco pensato bene di darsela a gambe. Questi potrebbero essere i fatti. Altri fatti sono ancora ben rappresentati dal Cippo 48 che ancora a terra giace. Cosa impariamo dal Cippo 48 che oggi, 5 dicembre 2018 alle ore 9.00, ancora mozzato giaceva tra l’asfalto ed il cemento? È divenuto simbolo di una frenetica e cinetica vita che scivola tra la Casilina ed il fiume? Nessuna risposta potrebbe ora essere inserita tra le poche riche di questo racconto. Quel che è certo è che il Miglio 48 diviene simbolo di un comune e alieno senso di autodeterminazione che tempo non ha per scarsi novanta centimetri di calcare, polvere e storia.

GrEg