Guendalina, Casper e Cica tornano libere nelle acque di Ventotene

3 Ottobre 2013 0 Di redazione

Latina – Tre tartarughe tornano in libertà nelle acque delle isole Pontine
Guendalina, Casper e Cica, sono tre tartarughe della specie Caretta Caretta liberate oggi pomeriggio sulla spiaggia “Cala Nave” nel cuore dell’Area Marina Protetta “Isole di Ventotene e Santo Stefano”. Gli animali sono stati curati e riabilitati presso i centri specializzati di Cura e Riabilitazione per tartarughe marine della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli dove erano arrivati ciascuna per problematiche diverse. Guendalina era già nota alle cronache per essere stata pescata per ben due volte nel porto di Formia tanto da far pensare che avesse scelto per vivere proprio quello lo specchio di mare, però, pericoloso per lei a causa del transito di grosse imbarcazioni. Casper era stato recuperato a Giugno a Terracina con del cordame al collo che rischiava di strangolarla. Cica, dal nome dello stabilimento balneare di Latina di fronte al quale si è arenata dopo aver ingerito plastica. Tre storie diverse un unico epilogo, oggi, davanti alle scolaresche di Ventotene e ad alcuni studenti di un campo scuola attualmente in corso sull’isola Pontina. La liberazione è avvenuta sotto la vigilanza degli esperti del centro zoologico di Napoli, degli uomini della capitaneria di porto di Gaeta, dei volontari dell’Enpa, del personale del parco Riviera d’Ulisse e dell’area marina protetta di Ventotene, tutti enti che fanno parte della rete regionale Tartalazio, un progetto ideato per la protezione delle tartarughe marine. “La zona scelta per la liberazione – ha detto Gianluca Treglia, responsabile del centro zoologico – è perfetta in questo periodo perché sulla rotta delle migrazioni stagionali verso sud. Tutto è andato per il meglio, Guendalina, Casper e Cico, una volta sulla spiaggia, non si sono fatte pregare e sono arrivate al mare prendendo, ben presto, il largo”. A Formia sono in tanti a scommettere che quanto prima rivedranno Guendalina nuotare tra i pescherecci. “Non credo e non lo spero – dichiara Treglia – non ci sono motivi biologici perché risalga verso nord. Guendalina deve stare al largo, perché è lì il suo posto”.