Tradizioni e dialetto rivivono in una brillante commedia a Pastena, il plauso di Angelo D’Ovidio

Tradizioni e dialetto rivivono in una brillante commedia a Pastena, il plauso di Angelo D’Ovidio

29 Febbraio 2016 0 Di redazione

Pastena – Un grande evento atteso con vivo interesse dalla comunità pastenese. Ieri pomeriggio nel locale di Rita e Mario Santilli è andato in scena un nuovo grande successo della compagnia teatrale “D’ gl’ chiòtt chiòtt“. Una brillante commedia in tre atti, scritta e diretta da Simona Savone, che ha restituito atmosfere e personaggi del 1955. Una simpatica sceneggiatura, una puntuale interpretazione rigorosamente in dialetto di Pastena e un forte senso di amicizia, sono stati gli ingredienti del successo di pubblica e critica della commedia “L’ crest’ d’ Fripp’ Antoin”.

Il lavoro di Simona Savone è stato come sempre accuratissimo nella ricostruzione di ambienti e nella ricostruzione filologica del dialetto. Le scenografie e i costumi curati rispettivamente da Antonio De Lellis e da Paolo De Lellis hanno fatto il resto insieme alle elaborazioni grafiche di Paola Mancini e ad audio e luci curati dall’associazione “Arte e Musica”, Mimmo Leo e Guglielmo Crescenzi. La compagnia, attiva da molti anni e affiatatissima, ha portato in scena la disavventura di due vicini di terreno molto agguerriti e rappresentanti di due modi di vivere molto diversi che si è conclusa nell’aula del tribunale. Gli interpreti tutti bravissimi hanno saputo far rivivere le atmosfere degli anni ’50 del secolo scorso.

Gli attori Elena Nilo, Emanuele Lauretti, Matilde Mattarocci, Lorenzo Lauretti, Anna De Lellis, Maria Spada, Emilio Martini, Giuseppe Colicci, Mario Abbate, Roberto Frattarelli, Cristiano Spada, Giovanni Sarracino, Moreno Cerroni, Olga Iannozzi, Antonio De Angelis e Graziano Petrucci, hanno suscitato le risate, l’interesse e la curiosità del folto pubblico accorso per assistere alla divertente commedia.

Il già consigliere regionale Angelo D’Ovidio ha commentato: “Non è possibile progettare il futuro se non conosciamo il passato. Il passato significa la nostra storia, le nostre tradizioni. Significa preservare ciò che è stato il nostro paese e che ha dimostrato di saper fare negli anni. Penso che la dimostrazione che ha saputo dare questa manifestazione sia quella trasmettere alle nuove generazioni una parte importante della cultura che ha contraddistinto il tessuto sociale del nostro paese negli anni ’50 del secolo scorso. Penso che tutti questi ragazzi, molto bene assortiti e valorizzati da Simona Savone, abbiano saputo veramente interpretare il testo. Non posso che complimentarmi con tutti per l’ottima riuscita dello spettacolo. Non dico che l’obiettivo sia stato raggiunto, ma sicuramente il primo passo è stato fatto”.

Antonio Nardelli