
Morte di Satman Singh a Latina, nuovo arresto per imprenditore, azienda sotto controllo giudiziario
23 Gennaio 2025Latina – Si aggrava la posizione giudiziaria dei due imprenditori agricoli, padre e figlio, titolari dell’azienda agricola di Latina dove il 17 giugno dell’anno scorso rimase mortalmente ferito il bracciante Satman Singh.
Questa mattina, su disposizione della Procura della Repubblica di Latina, nel capoluogo pontino e presso il carcere di Frosinone, i carabinieri della compagnia di Latina, in collaborazione con personale del Nucleo ispettorato del lavoro del capoluogo pontino, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misura cautelare personale, emessa dal gip del Tribunale di Latina su richiesta della locale Procura della Repubblica, con cui è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del legale rappresentante dell’azienda per cui lavorava la vittima, già in carcere per lo stesso fatto a Frosinone, e il padre di questi, amministratore di fatto della predetta ditta individuale, ritenuti, in concorso tra loro, presunti responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravata, per avere utilizzato manodopera costituita da 7 braccianti agricoli in condizioni di irregolarità sul territorio nazionale, ossia privi di permesso di soggiorno, tra cui il lo stesso Singh, a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno.
L’attività investigativa, condotta dai carabinieri, a partire dal 17 giugno 2024, giorno del grave infortunio occorso al giovane bracciante agricolo, poi deceduto, coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina, anche mediante un’accurata analisi delle utenze telefoniche e dei social in uso ai lavoratori irregolari trovati sui campi al momento del predetto infortunio, nonché grazie al contributo dichiarativo offerto da quattro lavoratori irregolari, che su richiesta dei carabinieri, hanno ottenuto il permesso di soggiorno per “casi speciali”, ha consentito di delineare il grave quadro indiziario nei confronti degli indagati.
Le indagini hanno permesso di circostanziare le condizioni di sfruttamento e la volontà degli indagati di approfittare dello stato di bisogno dei lavoratori irregolari attraverso: la corresponsione di retribuzioni difformi dai contratti collettivi nazionali; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo e al riposo settimanale; la violazione delle norme in materia di sicurezza.
Alla stessa maniera, è stato possibile delineare le aggravanti del reato contestato, avendo gli indagati impiegato, da agosto 2022 a giugno 2024, più di 3 lavoratori irregolari, esponendoli a situazioni di grave pericolo, impiegando i lavoratori a mansioni improprie mediante l’utilizzo di attrezzatura artigianale e pericolosa.
Nello stesso contesto, l’Autorità Giudiziaria ha disposto anche il controllo giudiziale dell’azienda a vario titolo riconducibile ai due indagati, nominando un amministratore giudiziario nei cui confronti si è proceduto alla notifica del provvedimento. Proprio nei giorni scorsi, considerata la rilevanza del fenomeno del “cd. caporalato”, sotto l’egida del Procuratore della Repubblica, dott. Giuseppe de Falco, è stato compiuto un importante passo per ottimizzare la strategia degli interventi nel delicato settore, mediante la sottoscrizione del protocollo d’intesa, avvenuta presso la Procura della Repubblica di Latina.