Cassino nella Galleria Borbonica nel sottosuolo di Napoli

Cassino nella Galleria Borbonica nel sottosuolo di Napoli

14 Maggio 2016 0 Di redazione

Napoli – Ha raccolto tra le macerie della Cassino distrutta, rubinetti, tubi e oggetti metallici di ogni genere e ne ha fatto opere d’arte esposte in uno dei luoghi più suggestivi di Napoli: la Galleria Borbonica.

 

E’ lì, a decine di metri di profondità, sotto la Nunziatella e la Napoli bene, che scorre un budello scavato nel tufo nel 1853 dai Borboni. Prima cave, poi cisterne, e successivamente un percorso nel sottosuolo per permettere ai soldati di arrivare velocemente al palazzo Reale in piazza Plebiscito in casi di moti, il tunnel e i locali che lo compongono sono stati effettivamente usati dai napoletani, poco meno di un secolo dopo, per sopravvivere ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Ma la galleria fu anche deposito giudiziario dove nel dopoguerra vennero ammassate auto e ciclomotori degli anni ‘40, ‘50 e ’60. Carcasse di mezzi d’epoca dissotterrate dalle immondizie e che restano lì “parcheggiate” per essere viste dai turisti che affollano il cunicolo respirando l’aria intrisa di umidità e sofferenza di quei luoghi dove nel dopoguerra trovarono rifugio circa 5mila persone.

MAzzella napoli

MAzzella napoli1 MAzzella napoli2

 

Tra scritte sui muri, gli oggetti recuperati, i racconti di chi ha vissuti i drammatici momenti di 70 anni fa, si parla anche di Cassino grazie alle opere realizzate da Elio Mazzella, di San Pietro Infine e conservate gelosamente in quei luoghi. Opere che sottolineano il senso di aberrazione della guerra. Figure dalle sembianze umane realizzate con oggetti di ogni genere recuperati dall’artista a Cassino e riciclati in un’opera che in alcuni casi è anche messaggio di speranza come la mamma che ha nel suo ventre “metallico” un bambino. Una meta, quella della Galleria Borbonica, da visitare.

Le info  al sito

Ermanno Amedei