
Droga a Frosinone, quel “matrimonio” non riuscito tra spacciatori e prostitute
25 Maggio 2016Frosinone – Fejzulla Florian detto Flori, 28 anni domiciliato in via Lago di Como, Sinan Kekaj detto Simon 37 anni residente a Ferentino, Emirel Lushi detto Leka a Frosinone, Luan Rushiti detto Leone residente a Roma e poi l’italiano, Angelo Arduini 42 anni di Frosinone, di professione allevatore.
Sono loro i cinque arrestati ieri dalla Squadra Mobile di Frosinone indagati per la gestione dello spaccio di cocaina a Frosinone. Altre tre albanesi, invece sono ancora ricercati ma pare che siano tornati in Albania. La zona di Madonna della Neve era il loro principale punto di smercio e lavoravano principalmente nei bar dove passavano molto del loro tempo in attesa dei clienti. A dire il vero non aspettavano molto dato che comprare droga arrivavano da Sora, Isola Liri, Alatri, Castelliri. L’italiano, invece, sembra preferisse lavorare dal proprio domicilio.
Il matrimonio saltato
Il confronto con i Rumeni che gestivano la prostituzione ha aperto il vaso di pandora. Si ipotizza che il violento scontro tra le due fazioni la notte del 17 luglio 2014 nei pressi del cimitero di Frosinone scaturì dal tentativo fatto dagli albanesi di intrufolarsi nel settore della prostituzione non per gestirlo, quanto per trasformare le prostitute in veicolo di spaccio: in spacciatrici.
Un progetto troppo rischioso che non stava certamente bene ai rumeni. Le loro ragazze, infatti, per il solo esercizio della prostituzione durante i controlli di polizia non rischiavano nulla. Cosa ben diversa se fossero state trovate in possesso di droga. Avrebbe significato perderle per mesi.
Ermanno Amedei